La “natura” del tumore

Galla

Siamo tutti imbevuti della nozione che il tumore origina da una cellula che “impazzisce”, e va bene…ma se si trattasse di una “lucida follia”? Se fosse solo un’altra la logica che segue lo sviluppo tumorale rispetto a quelle che siamo abituati a considerare in relazione al nostro organismo?

D’altra parte, più conosciamo le meraviglie della biologia di cui il nostro corpo è espressione e più risulta difficile credere che improvvisamente qualcosa possa saltare e andare a caso fuori controllo…

E questo le piante lo sanno bene. Guardiamo i tronchi degli alberi di un qualunque giardino o bosco e sarà difficile non trovare quelle escrescenze rugose che altro non sono che tumori. Eppure la pianta continua a vivere e ad essere rigogliosa, non si sottopone a screening di prevenzione, a biopsie o a chemioterapie. Semplicemente lascia che la natura faccia il suo corso, senza interferire con quelle resistenze e fissazioni che noi esseri umani invece conosciamo bene.

Quella che vedete nella foto è una galla di quercia: è letteralmente una “neoplasia”, cioè una neoformazione che la pianta produce per circoscrivere ed eliminare l’invasione di agenti patogeni quali funghi, virus, batteri e parassiti. In altre parole, la natura prevede un meccanismo di aumentata proliferazione cellulare con il quale isolare una noxa patogena.

E nell’uomo? Ormai leggiamo ovunque, e non solo nei testi di medicina, che il nostro corpo produce continuamente cellule tumorali che generalmente il nostro corpo è in grado di eliminare grazie alle cellule del sistema immunitario specializzate in questa funzione. L’immunosorveglianza, cioè, è il reparto speciale del nostro esercito di difesa che regola e controlla che uno dei naturali processi di reazione del nostro organismo si interrompa al momento opportuno. Ma allora, perché succede che questo meccanismo prenda il sopravvento e la neoplasia proliferi in maniera apparentemente insensata?

Per capire questo passaggio occorre sempre valutare momento per momento, nella specifica persona, la relazione dinamica in atto tra tipologia di noxa patogena ed efficienza del sistema immunitario. Se l’esercito degli spazzini tumorali è compromesso, anche i normali rifiuti diventano pesanti da smaltire e possono dare accumuli abnormi. Oppure i rifiuti accumulati sono talmente tanti e ingenti, sia per qualità che per quantità, da sopraffare anche le capacità fisiologiche di pulizia dei nostri efficienti spazzini. Altre volte, i due fattori sono presenti insieme nello stesso tempo: qualche rifiuto di troppo e un esercito non in piena forma producono un bilancio relativo a sfavore dei nostri difensori, e i processi di scarto e rifiuto hanno la meglio.

Nella regolazione dell’equilibrio degli incontri fisiologici che avvengono tra cellule tumorali e cellule deputate all’imunosorveglianza, è evidente che un grosso peso è svolto da quei fattori che sono squisitamente di natura “umana”: comportamenti, stili e abitudini di vita che alla base riconoscono molto spesso convinzioni e modi di pensare non sempre in linea con l’ordine delle cose previsto da madre natura.

Una pianta sente e reagisce, ma non pensa, non rimugina, non cova rancori e paure, non cerca compensazioni tramite cibo, fumo e alcol….e quindi la biologia esegue il suo naturale corso con la perfezione che le è propria. Ovvio che se l’assalto dall’esterno è massivo, anche le naturali capacità di risposta della pianta possono essere sopraffatte.

Cosa succede se durante il processo di guarigione di una ferita continuiamo a grattar via la crosta? E se il processo tumorale fosse anch’esso un meccanismo naturale che subisce un’interferenza, e fosse da questa interferenza che derivasse poi quella malignità che fa “saltare” l’organismo?

Per chi vuole approfondire
L’articolo che segnalo di seguito, fresco fresco di pubblicazione, è molto specialistico, ma il concetto generale è piuttosto chiaro. L’ipotesi avanzata è se l’instabilità genomica (tendenza a produrre mutazioni genetiche ed alterazioni cromosomiche, quindi quell’insieme di meccanismi alla base dello sviluppo cancerogeno) non possa essere considerata un potenziale naturale di flessibilità che caratterizza l’essere vivente. Gli autori cioè dimostrano la possibilità che i meccanismi biologici sottesi alla malattia abbiano un percorso comune con quelli sottesi alla produzione della diversità e della novità genetica, esercizio nel quale la Natura è somma Artista!

La catastrofica ristrutturazione cromosomica durante l’eliminazione genomica nelle piante [Catastrophic chromosomal restructuring during genome elimination in plants. Elife. 2015 May 15;4. doi: 10.7554/eLife.06516.]

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