Dimmi che batteri hai e ti dirò chi sei!

Sembra che gli antichi Egizi avessero molta cura di certi organi e meno di altri, specie al momento dell’imbalsamazione. Alcuni organi infatti erano ritenuti utili più di altri nell’aldilà. Stomaco, fegato, intestino e polmoni erano gelosamente custoditi e conservati, mentre il cervello veniva spappolato per essere poi drenato dal naso e gettato via…

Quel chilo e mezzo circa di microbi che ci portiamo appresso potrebbe essere molto più importante di ogni singolo gene presente nel nostro genoma.

Oggi proponiamo questa Ted Conference di Rob Knight, un pioniere dello studio dei microbi umani, quella comunità di microscopici organismi unicellulari che vivono nel nostro corpo e che hanno un ruolo importantissimo – ed ampiamente inesplorato – nel mantenimento della nostra salute. Riportiamo di seguito alcuni punti chiave, enjoy the vision!

  • L’intestino con tutti i microbi in esso contenuti costituiscono un “ammasso” che oggi è noto essere a tutti gli effetti un vero e proprio organo.
  • I nostri microbi sono fondamentali nella digestione del cibo, nel rafforzare il sistema immunitario, nel modo in cui metabolizziamo i farmaci. Sono loro a determinare il fatto che i farmaci siano più o meno efficaci…ed ecco perché lo stesso farmaco può essere utile o anche del tutto inutile, se non dannoso, quando somministrato a persone diverse.
  • Tra un individuo e l’altro c’è una somiglianza a livello di DNA pari al 99,99%…mentre invece, la somiglianza della flora microbica intestinale tra individui diversi può arrivare al massimo ad essere pari al 10%.
  • Negli adulti le comunità microbiche sono relativamente stabili, mentre nei bambini la modalità del parto è uno dei grossi fattori determinanti il tipo delle prime comunità microbiche presenti. I bambini nati da parto naturale presentano microbi simili a quelli della flora vaginale materna, mentre quelli nati da patto cesareo presentano microbi simili a quelli della pelle. Questa differenza sembra essere responsabile di una diversa predisposizione allo sviluppo di alcune malattie (malattie cardiache, malattie infiammatorie intestinali, obesità). I batteri presenti nella vagina avrebbero nel complesso un effetto protettivo maggiore.
  • Nei primi due anni di vita il microbiota del bambino muta in maniera molto rapida. Gli studi dimostrano, ad esempio, che intervenire con antibiotici nei primi 6 mesi di vita aumenta la probabilità che il bambino sviluppi obesità. Questo significa che agire dall’esterno sui bambini in questa prima fase può avere un impatto profondo sul successivo sviluppo della comunità microbica, e quindi sullo stato di salute generale. Siamo nella primissima fase di comprensione di questi processi. Rob Knight qui suggerisce che in futuro potremmo guardare agli antibiotici con lo stesso orrore con il quale guardiamo agli strumenti metallici usati dagli Egizi per spappolare il cervello prima dell’imbalsamazione. D’altra parte, il microbiota è o non è un vero e proprio organo? Come considereremo domani un intervento capace di alterare la formazione di un organo?
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